Dove siamo: Pizzighettone (CR) Lombardia

L'uomo e la campagna

Sez. BB: Fibre tessili e corderia

La corda

Intrecciando tre o quattro grossi fili si compone un legnolo. Tre o quattro legnoli ritorti insieme, con una torsione inversa alla loro, formano una corda. Sino alla metà del Novecento era essenzialmente composta con fibre di lino e canapa, dopodichè si cominciarono ad utilizzare materiali di origine artificiale.

La corderia del Genio Militare di Pizzighettone

Costruita negli anni ‘30 all’interno del Genio Militare di Gera, era composta da un reparto di filatura e da una lunga pista rettilinea coperta da una tettoia per le successive operazioni di torcitura e commettatura.

La pista della corderia era lunga 300 m, ridotti a 221 m in seguito ai bombardamenti subiti nella Seconda Guerra Mondiale. Era percorsa da un binario sul quale scorreva un carrello mobile provvisto di ganci girevoli che intrecciavano le varie parti per assemblare la corda.

Le donne impiegate nella filatura realizzavano manualmente il filo base che veniva avvolto su bobine partendo dalla canapa ben “pettinata”. L’abilità del filatore consisteva nel formare un filo di diametro e torsione costante.

Si produceva una discreta varietà di corde: da quelle più grosse, utilizzate come gomene per le navi militari, a quelle più piccole per le reti mimetiche.

Tra gli addetti civili alla corderia i più richiesti erano i cordai di Castelponzone (Cremona) e S. Angelo Lodigiano (Lodi) per la loro dichiarata fama di professionalità ed abilità. La corderia cessò definitivamente l’attività agli inizi degli anni ‘70.