Où nous sommes : Pizzighettone (CR) Lombardia

L'uomo e il fiume

Sez. AD: Navigare sul fiume

La barca

Essenziale per la vita sul fiume, in tutte le attività di trasporto e lavoro. La barca adatta alla navigazione sul fiume aveva il fondo piatto, un'altezza massima complessiva sui 45 cm (sponda), una lunghezza (nella sezione maggiore) di 120 cm e una lunghezza media di 6 metri. I più conosciuti costruttori di barche erano di Lodi, tra questi la famiglia Sacchi di origini cremonesi, ai quali, la committenza del tratto navigabile dell'Adda (Cremonese - Lodigiano) si rivolgeva in tutti i periodi dell'anno per avere mezzi con dimensioni e caratteristiche voluti per i più svariati usi: dalla navigazione, al trasporto di materiali fino alla pesca.

Il fasciame per costruire le barche era realizzato con essenze di rovere, larice e robinia di buona qualità e buona stagionatura, privi di difetti. La realizzazione di una barca di medie dimensioni, richiedeva circa un mese di lavoro: ci si avvaleva esclusivamente di strumenti manuali con lo scarso utilizzo di seghe a nastro per il dimensionamento dell'assito maggiore. Nel 1916 un barcone da geraiolo costava sulle 900 lire (dell'epoca) pari al valore attuale di una piccola utilitaria.

I barcaioli "i barcaiöi"

Sin dai primi insediamenti la popolazione avviò la navigazione sul fiume, costituendo man mano la vera e propria figura dei barcaioli. I "navaroli"o "battellieri del fiume" erano soprattutto dagli abitanti del borgo di Gera. Ancora nel XVI secolo esisteva in Gera una Corporazione con tanto di stendardo e santo patrono.

Sul fiume si muovevano vari tipi di imbarcazione: da trasporto, da lavoro, da pesca, da guerra come le galere, galee, galeoncelli, redeguardi. Queste si spostavano a forza di remi con l'aiuto dei cosiddetti "buona voglia", i rematori volontari. Dal 1549 seguendo l’esempio della Repubblica Veneta si iniziarono a sostituire i "buona voglia" con i galeotti: schiavi turchi o delinquenti comuni.

Durante la dominazione spagnola i traffici lungo il fiume andarono diminuendo. Altri settori commerciali come l'agricoltura si espandevano, mentre la navigazione, con tutte le attività ad essa collegata, si diradava. Sotto la Repubblica Cisalpina, l'attività del porto di Gera era già alquanto ridotta. Tra la fine del ‘800 e l'inizio del ‘900 poi, alcuni lavori si ridussero a nicchie di mera economia di sussistenza.
Dalla metà del ‘900 scompariva letteralmente tutto il mondo della navigazione che per secoli era stato una delle espressioni più importanti della vita di Pizzighettone e Gera. Sopravvissero e sopravvivono le barche per la pesca dilettantesca, di passatempo e soltanto in tempi recentissimi si è ritornati a navigare sul fiume per finalità turistiche di rilancio e valorizzazione del territorio.