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L'uomo e il fiume

Sez. AA: Fiume Adda - Serio Morto

Il fiume Adda "l'Àda"

L’Adda deriva il proprio nome dal latino Abdua, vocabolo a sua volta ripreso da un termine celtico che significa “acqua corrente”.  É una dei maggiori affluenti di sinistra del Po, quarto fiume italiano per lunghezza (313 km) con un bacino imbrifero esteso per 7979 km2. 
Interamente compreso nel territorio lombardo, il corso dell’Adda è diviso in due parti dal Lago di Como (Lago Lario): il primo ramo è lungo 125 km, mentre il secondo misura 188 km. Rappresenta la delimitazione naturale fra la Lombardia orientale e quella occidentale e lambisce sette delle undici province lombarde: Sondrio, Como, Lecco, Bergamo, Milano, Cremona e Lodi. 
Le sorgenti del fiume sono ubicate presso le Alpi Retiche, precisamente a Monteferro (2990 m s.l.m.): le acque abduane sgorgano da un terreno pietroso e paludoso che è collegato sul Lago Superiore di Alpisella (2237 m). Nel suo tratto settentrionale, l’Adda discende la Valle di Fraele, attraversa la Valtellina e giunge a Colico: qui il fiume s’immette nel Lago di Como ad una altitudine di 199 m. Presso Lecco, uscendo dall’estremità meridionale del Lario, l’Adda forma alcuni piccoli bacini lacustri: il Lago di Garlate e quello di Olginate. Le acque abduane si dirigono poi verso sud, procedendo entro un letto roccioso profondo e incassato. 
A Cassano d’Adda il fiume sbocca infine nella Pianura Padana: da qui il suo corso s’allarga gradatamente con le sponde più basse e meno vistose. Arriva a lambire la città di Lodi, poi, lasciata quest’ultima alla propria destra, piega decisamente verso sud-est, segnando il confine fra Lodigiano e Cremonese. Giunto nei pressi della Cascina Brevia, nel territorio di Castelnuovo Bocca d’Adda (LO), il corso adduano confluisce nel Po.

Serio Morto "El Sèri"

Fino al XIII secolo il fiume Serio sfociava nell’Adda non a Montodine (come avviene attualmente), ma poco a nord di Pizzighettone. In seguito, fra il Duecento ed il Trecento, esso abbreviò il proprio corso d’una ventina di chilometri, occupando l’alveo che tuttora mantiene. La valle, abbandonata dal corso principale, rimase attraversata dal vecchio letto seriano, riempito per lo più dalle acque risorgive che sgorgano dai territori circostanti. Così, il Serio Morto fu sfruttato per la bonifica delle paludi e degli acquitrini che si estendevano nelle vaste vallate golenali attorno a Pizzighettone, per l’irrigazione agricola e come forza motrice per i mulini che sorgevano lungo le sue rive. Il Serio Morto, inoltre, aveva un impiego militare. Le sue acque erano impiegabili in caso di necessità per allagare i fossati della piazzaforte e costituire così una barriera difensiva contro un eventuale aggressore. Attorno agli anni trenta del Novecento il tortuosissimo corso del Serio Morto fu rettificato nel tratto compreso Madignano e Pizzighettone.